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Le 12 regole d’oro dello scommettitore vincente

Aggiornamento: 12 set 2022

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Riservare alle scommesse una parte marginale del proprio capitale. Investire nel gioco una somma iniziale che, in caso di perdita, non incida eccessivamente nel bilancio della vita di ogni giorno.


Essere selettivi. Concentrarsi su una o due discipline sportive e lasciar perdere quelle di cui si ha una competenza limitata.


Annotare tutte le scommesse effettuate. Tenere un archivio storico coi dettagli di tutte le giocate fatte aiuta ad analizzare i punti di forza e debolezza della propria capacità di giudizio.


Identificare le quote vantaggiose. Misurare le reali probabilità all’interno delle quote e valutare il proprio margine di successo è fondamentale per riuscire a strappare un utile dall’attività di betting nella lunga distanza.


Mettere alla prova il proprio approccio previsionale. Che sia basato sulla lettura approfondita delle news quotidiane per valutare forma, motivazione e infortuni, sulla raccolta di dati storici e statistici, o semplicemente sulla fiducia nel proprio intuito, ogni metodo previsionale va testato rigorosamente al fine di riconoscere quello più attendibile ed efficace secondo le proprie caratteristiche.


Identificare i tipi di scommessa più vantaggiosi. Concentrarsi ad esempio sulle tipologie di scommessa ad esito doppio, come under-over, goal-nogoal o asian handicap, che offrono quote con aggio di allibratore limitato, permette di avere una base di partenza meno sperequata in favore dei bookmakers.


Giocare singole. Evitare giocate multiple, oltre ad impedire di aumentare a dismisura l’aggio dell’allibratore, permette il vantaggio psicologico di vincere con buona frequenza e di limitare e/o dilatare nel tempo il rischio di bancarotta.


Puntare su favoriti e quote basse. E’ dimostrato che le quote più basse contengono una parte minore di aggio per un bilanciamento dovuto all’avversione al rischio dell’allibratore. Inoltre, puntare sui favoriti, consente il vantaggio (non solo psicologico) di vincere con frequenza e di limitare, con l’uso di un buon money management, il rischio di bancarotta.


Confrontare tutte le quote a disposizione. La scelta della quota più alta, per l’evento selezionato, tra tutte quelle a disposizione offerte dai vari bookmakers, dovrebbe essere ovvia e scontata.


Identificare la propria propensione al rischio. Attuare un piano di puntate confacente alla propria maggiore o minore avversione al rischio. Ad esempio, un piano di puntate a guadagno fisso, o basato su una percentuale del proprio capitale attuale (Kelly), consente di limitare il rischio di bancarotta, sebbene non garantisca un guadagno sicuro a breve termine, a causa della maggiore lentezza nel recuperare le eventuali perdite iniziali rispetto ai ben più rischiosi metodi di progressione quali Masaniello, Martingala o D’Alembert.

Analizzare sempre la successione storica delle proprie giocate. Verificare se l’eventuale fila di vincite realizzate sia effettivamente dovuta alla propria competenza e non invece al mero frutto del caso permette di rimanere obiettivi e saldamente ancorati al proprio piano iniziale.


Imparare a perdere. Questa è la regola più importante. Capire come gestire le perdite e soprattutto imparare ad affrontare con pazienza e fiducia un’eventuale serie di insuccessi consecutivi è la chiave di questa rischiosissima attività. Riuscire a non cadere nella tentazione di recuperare in fretta le perdite è l’impresa psicologica più difficile nell’attività di betting. Restare attivi il più a lungo possibile, dato il capitale iniziale riservato al gioco, deve rimanere sempre il primo obiettivo. Infatti, fuori dai giochi, non potrai mai vincere, nonostante tutto il talento e la capacità di prevedere gli eventi sportivi di cui disponi.

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