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EX. Storie di uomini dopo il calcio – Recensione libro di Matteo Cruccu

Aggiornamento: 12 set 2022


Ex-Cruccu

«Oggi i calciatori mi sembrano tutti uguali — afferma Cruccu — tutti con lo stesso taglio di capelli, le stesse risposte prestampate e tutti senza una vaga idea del mondo. Una volta c’erano personaggi degni della commedia dell’arte, che non erano i più forti, ma dei quali i tifosi si innamoravano»

E come dargli torto.


Commedia dell’arte, si diceva…


Prendiamo ad esempio la maschera buffa di Nando De Napoli (15 marzo 1964 – Pesci) che “gliel’hanno scolpita a San Gregorio Armeno, come potrebbe indossarne un’altra?“. La maschera di un personaggio buono, troppo buono, che alla fine si fa tirare in mezzo e butta tanti, tantissimi soldi in una brutta avventura di calcio minore.


Come si fa a non riconoscere nella folta chioma di Gianni Comandini (18 maggio 1977 – Toro) la maschera settecentesca di Sandrone, il contadino pieno di buon senso e rappresentante del popolo più umile e maltrattato, tanto inadatto allo stile Milan berlusconiano ed affini, da decidere di abbandonare presto una carriera da “nuovo Van Basten” per scorrazzare libero per il mondo con la sua tavola da surf.


Cosa dire poi della sana follia della maschera goldoniana di Alberto Malesani (5 giugno 1954 – Gemelli), sempre in fibrillante movimento quando frequentava i luoghi del pallone, con “l’anima e il corpo che diventano una sola cosa coi colori sociali che deve rappresentare“, ed ora a godersi i tramonti sul pendio che domina la valle della sua infanzia, dopo una giornata di duro lavoro sui campi.


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Queste sono solo alcune delle storie raccontate mirabilmente e con passo narrativo efficace – sebbene venato da un accento nostalgico intriso di struggente, a volte straziante, malinconia – da Matteo Cruccu, “storie dal finale aperto dove si scopre che vivere non è così facile come giocare“.





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