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Urano e la cerimonia del tè – Recensione libro di Marco Pesatori

Aggiornamento: 12 set 2022



Marco Pesatori fa appello alla sua innata e suggestiva vocazione all’indagine astrologica più profonda e ci consegna questo interessante volume sulla natura simbolica dei pianeti lontani. La cerimonia del tè viene qui usata come metafora per “scandire le funzioni dell’essere” che, secondo la tesi dell’autore, le simbologie dei tre pianeti lenti starebbero ad indicare, “nei meccanismi del carattere degli individui e in quelli della società che gli stessi costruiscono”.


Secondo Pesatori, “l’uomo è sempre più sconnesso da una dimensione di equilibrio naturale“ e la ricetta per invertire la rotta di un mondo votato all’autodistruzione sarebbe la difficile, ma necessaria, conquista di una rinnovata armonia tra le energie potenti che i pianeti più esterni del sistema solare rappresenterebbero. Plutone ci viene proposto in qualità di “corpo desiderante”, Nettuno come “ideale dell’Io, forma, esigenza di mutare il bisogno in arte” e Urano come “sintesi realizzata” dei primi due, e dunque “azione felice, processo reale e non immaginario del vivere giorno dopo giorno, immersi in un presente che non è insensibile alla memoria del passato che lo ha prodotto, e non è reso ansioso dal futuro in arrivo”.


In particolare il pianeta nano Plutone – si veda a tal proposito il nostro articolo sulla definizione, anche astrologica, di questo corpo celeste – viene descritto da Pesatori con una coloritura a tinte forti: “Plutone come desiderio del corpo primordiale è pura libido, pulsione sessuale, sessualità assoluta che spinge verso l’Altro fino ad annullarsi, consumarsi, perdersi, innescando l’esplosione orgasmica che si connetterà a un’altra ben nota simbologia di Plutone, quella accettata da tutti gli astrologi degli ultimi decenni, di fecondità e creatività“. E ancora: “Plutone è dinamico. Si forma e si deforma. Attacca e disfa. Tutto ciò che ne disturba il flusso conduce a fenomeni morbosi“; “è l’Ombra junghiana, che più la si rimuove più si solleva, sorge, appare come visione che si impone comunque dai baratri e dagli orridi dei cunicoli mentali e dalle voragini dell’animo umano“.


Secondo la prospettiva junghiana di “sistema psichico totale come qualcosa che si trova in continuo moto energetico“, Plutone rappresenterebbe dunque un concetto allargato di libido, una sorta di appetito universale che andrebbe ben oltre i confini dell’ambito sessuale: “Plutone come simbolo degli archetipi, di quei contenuti che appartengono alla collettività e oltrepassano gli ambiti individuali, conferma comunque la carica altissima di energia insita nel simbolo“. La lentezza di questo lontano e minuscolo oggetto celeste lo connoterebbe, inoltre, come “spirito sotterraneo del tempo“, segno distintivo di intere generazioni.


Interessante, inoltre, il richiamo di Pesatori al concetto di ‘onda pilota’, intesa come “meccanismo di informazione attiva in grado di guidare in continuazione lo stato quantistico delle particelle”, in pratica ”una funzione d’onda universale dalle caratteristiche non-locali, in grado di permettere alle particelle di interagire istantaneamente qualunque sia la distanza che le separa”. In questo ‘potenziale quantico’ che tutto pervade e tutto influenza, l’astrologia contemporanea potrebbe “addirittura trovare un barlume di giustificazione scientifica” e “vedere rivoluzionata la sua propensione al meccanicismo e a certo determinismo”, considerato troppo ‘assertivo’ dall’autore.

In questo curiosissimo libro di Marco Pesatori, padre indiscusso dell’astrologia del pallone made in Italy, troviamo, tra gli altri, un brillante ritratto astrologico di Diego Armando Maradona, nato a Lanùs (nella periferia di Buenos Aires, Argentina), il 30 ottobre 1960 alle ore 7:05.


Il suo Sole in Scorpione, scrive Pesatori, “è in strettissima congiunzione con Nettuno, nella casa nettuniana Dodicesima”. Maradona è dunque un “nettuniano per sensibilità (anche e soprattutto di piedi, piedi-casa Dodicesima) e slanci idealistici sempre anticonformistici, fuori dal coro”. Inoltre, “si veda quella fantastica e davvero extraterrestre Luna nei Pesci” in aspetto armonico stretto a Marte, “medianica e geniale, nettuniana oltre ogni limite ”.


 


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